Steger alla Est del Catinaccio

Questa grande classica mi sembrava ormai stregata: avevo pensato per la prima volta di salirla nel 2013 durante un’escursione con mia moglie Emanuela. Ci ero poi tornato nel 2015, ma non avevo potuto attaccare per un banale infortunio scendendo sul sentiero di ritorno dalle Torri del Vajolet. Avevo riprovato nel 2018, ma il tempo era instabile e ci eravamo dovuti “accontentare” della Steger alla Punta Emma.

Finalmente quest’estate sono riuscito a fare la via, approfittando del soggiorno della Scuola Mainini, e in cordata con il bravissimo Paolo Flamini. Andando all’attacco ero un po’ più teso del solito, proprio per i tanti anni che avevo atteso.

La via è più bella e più impegnativa di come mi ero immaginato, dato che non ci sono solo i due tiri iniziali di VI-, ma su quasi tutti i tiri ci sono passaggi di V e V+ e per di più il penultimo tiro è probabilmente VI-.

Abbiamo attaccato tardi per un errore nell’andare all’attacco e ho avuto un po’ di timore di uscire troppo tardi e non riuscire a trovare la discesa, dato che non eravamo attrezzati per un bivacco a quella quota e con le temperature fredde che c’erano a inizio settembre. Siamo però riusciti a uscire con ancora un’ora di luce e a scendere proprio con l’ultima luce.

Ignoranza Artificiale

Ogni tanto cerco libri da leggere partendo da altri che mi sono piaciuti: lo faccio con google o su IBS, dove ti suggerisce libri simili a uno selezionato.
Ieri sera cercavo libri simili a Due di due di Andrea De Carlo e ho pensato di chiedere a Chatgpt, viste le sue “magnifiche sorti e progressive” di cui tutti i media ci stanno raccontando da mesi immaginavo che mi avrebbe individuato libri molto affini.

E invece è andata così…

Ero entusiasta, Le regole del caos mi sembrava molto interessante e addirittura c’era un romanzo di Nick Hornby, un autore che ho amato, che non conoscevo: così mi sono precipitato a cercare questi romanzi su IBS, ma non sono riuscito a trovarli. Così ho chiesto a quel genio di Chat GPT…

Abbastanza sconcertato da questa serie di cazzate propinatemi dalla famosissima “Intelligenza Artificiale”, che secondo i giornali era addirittura in grado di scrivere reportage o tesi di laurea, ho cercato il libro “Versilia Rock City” e ho visto che non corrispondeva alla descrizione. Così ho provato a chiedere approfondimenti sulla trama di Le regole del caos.

Inutile dire che la situazione era davvero surreale perché la trama raccontata ora era diversa da quella di prima e quindi ho provato a incalzare la nostra geniale amica.

Quindi finalmente confessava e di fatto la realtà era che…sparava candidamente cazzate con assoluta nonchalance.

Però provava a rimediare ai suoi errori con un altro suggerimento interessante

Ormai però non ci credevo più e quindi sono andato a vedere la trama di questo romanzo su wikipedia e…non c’entrava un cazzo con quella che mi aveva raccontato.

A questo punto ho deciso di buttarla in caciara

Ma ormai stava diventando chiaro che ero di fronte a un bugiardo patologico

A questo punto ho lasciato perdere perché non c’era verso di farsi dare suggerimenti corretti e questo con buona pace dei nostri media ufficiali che sono sei mesi che frantumano i coglioni su quanto ormai questa fantastica AI ci stava completamente soppiantando.

E quindi io mi chiedo: ma in che universo parallelo vivono i nostri simpatici giornalisti per propinarci cazzate del genere? 🙂

Diedro Manolo-Pian della Paia Valle del Sarca

Dopo almeno tre anni che puntualmente ogni primavera provavamo ad organizzarci per fare questa grande classica della Valle del Sarca e dovevamo rinunciare, prima per il Covid, poi per il maltempo e infine per il caldo che arrivava inesorabile, finalmente quest’anno siamo riusciti a farla facendo lo slalom fra le perturbazioni e trovando due giorni infrasettimanali di tempo buono. La soddisfazione è quindi stata enorme, ma Venerdì sera tornando a casa con Marco eravamo entrambi perplessi sulla valutazione delle difficoltà e della proteggibilità e quindi metto quì le nostre considerazioni che spero possano essere utili per chi cerca informazioni per andare a farla.

Partendo dalla guida di Filippi si è portati a pensare che sia una via facile, perché di fatto è al massimo di V+ e con ottima chiodatura, invece poi si trova una via con tutti tiri di VI e VI+, molto fisica, con diversi chiodi, ma su cui è indispensabile integrare perché in alcuni tratti la distanza fra i chiodi è notevole (sul penultimo tiro almeno 10/12 m).
Tra l’altro ho trovato particolarmente impegnativo proprio il tratto per arrivare ai chiodi di uscita del penultimo tiro, che secondo me è il tiro chiave, dove dopo aver messo un paio di friend si deve fare un paio di passi un po’ precari con una protezione non molto buona perché non eviterebbe di cadere su una piazzola sospesa.
E non si tratta di non essere abituati a questo tipo di scalata o di non conoscere questo tipo di vie, perché ho inseguito a lungo questa via perché avevo fatto tutte le più importanti vie di questo genere in Valle del Sarca: Missile, Diedro Stenico, Renata Rossi, Pilastro Gabrielli e Diedro Loss. Leggendo le relazioni sulla guida ci si convince che fra queste e il Diedro Manolo ci sia un grado di differenza e invece non è assolutamente così: secondo me ad esempio è nettamente più impegnativa del Diedro Loss, che ha diversi tiri di VI e VI+.

Il problema secondo me nasce dal fatto che sicuramente queste valutazioni sono state date da Manolo in apertura e sono compresse e nessuno poi ha voluto aggiornarle per renderle coerenti con le altre vie: solo che così si possono fare valutazioni sbagliate. Ad esempio noi ci siamo andati come prima via della stagione e praticamente senza ancora aver messo friend o dadi, quando invece sarebbe stato meglio fare diversamente, o addirittura avevamo invitato una ragazza che arrampica da poco perché appunto la valutavamo molto più facile: meno male che non è venuta 

Aggiungo poi per completezza che il chiodo sulla placca finale di VI sotto l’albero pensile noi non lo abbiamo trovato e da lì quindi è preferibile uscire verso sinistra, come del resto dovrebbe passare la via originale e dove si trovano possibilità di protezione e difficoltà più basse.

Dark Side-Atto II

Ritorno al Dark Side della Gole della Rossa per salire Anabasis, una delle prime vie dei Fratelloni Romagnoli che avevo percorso due volte nel 1997 e nel 1998. L’ho trovata molto cambiata perché me la ricordavo di stampo alpinistico, ma molto chiodata, con chiodi a fessura, chiodi a pressione, vecchi spit. Ora invece sono stati aggiunti diversi fix e tolti i vecchi chiodi, ma la distanza fra i fix è notevole e ritengo indispensabile integrare con friend medio grandi (dallo 0,75 in su). Sarebbe utile avere un friend numero 4 o 5 per proteggere il tratto sprotetto del primo tiro, che non è difficile, ma con roccia non perfetta e un po’ scivolosa. E’ stata aggiunta una sosta di calata a sinistra e in alto rispetto alla sosta di uscita da cui ci si calava alla sosta sotto prima, ma usando questa sosta ci siamo trovati molto in difficoltà per arrivare alla sosta del secondo tiro che risulta molto a destra e ci si trova nel vuoto. Inoltre è stato molto difficile recuperare le corde, dato che si era molto spostati dalla verticale e dato che c’era un lungo tratto su erba, alberi e roccette. Riteniamo che sia molto meglio calarsi dall’ultima sosta a quella sopra il camino e poi da lì a terra come si faceva prima. Nel complesso una bella via alpinistica e con difficoltà continue in un angolo appartato e selvaggio, perfetta per giornate calde.

Riporto qua sotto una breve valutazione dei tiri.

L1: attaccare dal pilastrino staccato su roccia a blocchetti malfermi, entrare nel diedro, rinviare un vecchio spit sul lato destro e poi seguire il largo diedro obliquo a sinistra per 5 o 6 metri sprotetti. Sarebbe utile un friend numero 4 o 5 per proteggere questo tratto, non difficile, ma delicato per la roccia in alcuni punti un po’ rotta e scivolosa. Rinviare un primo fix da una cengetta, poi alzarsi con un passo delicato su roccia liscia, rinviare un secondo fix e uscire verso sinistra alla sosta (35 m, 4 fix, 6b).

L2: salire sopra la sosta nel centro del diedro, traversare a destra con un passaggio difficile, rinviare un chiodo nascosto in alto a destra e rientrare nel centro del diedro con buone prese sulla sinistra. Rinviare un fix sul lato sinistro del diedro, alzarsi nel diedro che diventa camino, piazzare un friend in una fessura e uscire sulla cengia. Percorrere ancora il diedro curvo verso sinistra, rinviare un altro fix e alzarsi con un passo in Dulfer. Rinviare un fix e affrontare un piccolo strapiombo per arrivare alla sosta. (40 m, 4 fix e 2 spit, 6b+).

L3: salire su un grosso masso nel centro del diedro e affrontare il camino strapiombante con grandi spaccate fino all’ultimo fix. Spostarsi sul lato destro del camino, prendere il bordo del camino e ribalatarsi sulla destra fino a uscire dal camino sul pulpito erboso e salire alla sosta dietro un albero (15 m, 4 fix, 6c).

L4: salire la esile fessura sopra la sosta con passi in Dulfer e arrivare su una placca articolata. Arrampicare con difficoltà decrescenti fino alla sosta su due vecchi spit con catena (30 m, 1 fix e un chiodo, 6a).

Isteria totale

L’estate scorsa la nazionale di calcio ha vinto gli europei e tutti siamo scesi in piazza a festeggiare. Una vittoria della nazionale è qualcosa di molto raro, anche per una nazionale come la nostra che è una delle più titolate: fra una vittoria e un’altra passano però molti anni e nel caso dell’europeo l’ultima vittoria risaliva al 1968: quindi è stata sicuramente una prestazione importante.

Detto questo però per mesi su tutti i social e su tutti i giornali c’è stato un delirio di esaltazione delle vittorie sportive e non nazionali: addirittura esultando per la vittoria (?!) dei Mannesquin all’Eurovision, passando per le Olimpiadi, dove peraltro altre nazioni hanno sicuramente fatto meglio.

Arrivati a questo inverno, la nazionale ha faticato, ed è stata anche un po’ sfortunata e alla fine è stata beffata dalla Macedonia ed è così stata esclusa dai prossimi Mondiali, e la cosa peggiore è che è la seconda volta consecutiva.

Si può e sicuramente si deve fare un’analisi dei motivi della sconfitta, ma certo si dovrebbe partire dall’evidenza di avere una buona squadra, anche se ovviamente con dei limiti, perchè quello che è stato fatto negli ultimi tre anni e soprattutto una vittoria così importante non può essere cancellata.

E invece si è passati da un delirio a un altro e la maggior parte dei commenti erano autodenigratori, trasformando la vittoria di Luglio in un semplice particolare dimenticando tutta l’esaltazione, anche a volte senza senso, di tutti questi mesi.

Qua sotto voglio riportare un estratto di un articolo sul Fatto Quotidiano infarcito di astio e senza nessuna obiettività e la fantastica risposta data nei commenti da un lettore, che riassume perfettamente l’assurdità di certi atteggiamenti: il problema è che quello che è accaduto in questo episodio lo si vede in qualunque argomento dal covid alla guerra dove si passa istericamente da un estremo a quello opposto.

Duelli sportivi

A Gennaio scorso, Rafael Nadal ha inaspettatamente vinto gli Australian Open, al rientro dopo un lungo stop per infortunio. In questo modo ha superato i rivali Federer e Djokovic nel numero di tornei del Grande Slam vinti, arrivando a quota 21.

Il suo grande rivale Roger Federer dopo questa vittoria ha pubblicato questo post, che mi sembra sia il segno di una grande rivalità e di un grande rispetto per l’avversario in cui entrambi vorrebbero battere l’avversario, ma capiscono che la vera grandezza è nella sfida prima ancora che nella vittoria.

Pizzo Acuto-Cresta Nord Est

Domenica 30 Gennaio siamo andati a fare una gita ai Piani di Ragnolo, da cui ho osservato una bellissima cresta, che era la cresta di Pizzo Acuto.

La cresta era talmente bella, nella luce del primo pomeriggio, che mi ero fissato per andare a farla e l’occasione è arrivata subito con la proposta da parte di mia figlia Ilaria e del suo ragazzo Edoardo, che in settimana l’aveva addirittura sorvolata con l’aereo pilotato dal padre.

Così Domenica 7 Febbraio siamo riusciti a salirla: è davvero una bella cresta ripida e con dei bellissimi affacci rocciosi sulla valle sottostante che sale verso il Fargno.

Siamo saliti per la strada che da Bolognola sale verso il rifugio e poi subito dopo il bosco abbiamo salito il pendio diretti fino alla Forcella Bassette e poi da lì abbiamo puntato verso la cresta che sale sempre più ripida. Gli ultimi salti avevano una discreta pendenza ed erano anche ghiacciati e scendere da lì sarebbe stato più difficile: quindi dalla vetta siamo scesi dal versante verso il Pizzo Tre Vescovi e poi abbiamo traversato bassi per tornare alla Forcella

Cerimonie militari

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Nella giornata delle Forze Armate nel centenario del milite ignoto, ripropongo una vecchia riflessione di alcuni anni fa quando partecipai a una cerimonia alla Scuola del Genio in un raduno molti anni dopo il corso AUC.

Non sono mai stato un appassionato di articoli militari: non ho mai giocato a simulazioni di guerra, ne a videogiochi bellici e ho spesso evitato di vedere bei film di guerra perchè avevo paura che mi facessero impressione. Quando ho iniziato il servizio militare come AUC, come tanti altri ero pieno di timori e pensavo si trattasse di una grande perdita di tempo.  Le perdite di tempo e le situazioni assurde ci sono state, ma poi in quei mesi ho vissuto anche delle esperienze e provato delle emozioni che mi hanno cominciato a far vedere le cose in modo un po’ diverso. Negli anni poi ho sviluppato una maggiore capacità di giudizio e mi sono formato una opinione diversa sulle Forze Armate.

Ora credo che queste ultime siano sicuramente una espressione di Nazionalismo che porta spesso con se elementi negativi come la volontà di potenza e prevaricazione, l’imperialismo, la tensione totalitaria e repressiva. Però all’interno di una Nazione democratica e con una Costituzione liberale questo concetto può anche diventare espressione di elementi positivi e questi possono prevalere: il senso di identità di una popolazione, la visione comune, la solidarietà, il senso dello Stato come portatore di giustizia e di mediazione.  Per questo motivo, quando Sabato scorso sono tornato alla Scuola del Genio e ho guardato il picchetto d’onore per i caduti non ho potuto trattenere le lacrime di commozione, che non erano solo per il ricordo di quei giorni della mia giovinezza, ma soprattutto per la maturata consapevolezza che le Forze Armate in quel momento rappresentavano quei significati positivi.

Vecchi fumetti Marvel

Domenica non ho resistito e alla fiera del fumetto a Recanati ho acquistato degli albi italiani della Marvel degli anni 70. Io credo che i primi 100 numeri dei Fantastici Quattro, quelli in cui di fatto Stan Lee e Jack Kirby hanno dato inizio all’Universo Marvel, siano una delle cose più belle che abbia mai letto. E leggerli in quell’età (dagli 8 ai 12 anni, anche se poi li ho riletti tante volte più tardi) penso che abbia contribuito non poco alla mia formazione a causa della fantasia, dello stupore e dell’immedesimarsi in personaggi positivi.

Più avanti mi innamorai di altri autori della Marvel, certo più complicati e cupi, Frank Miller, Peter David, Cris Claremont, John Byrne, ma inutile negare che tutto cominciò con quei 100 numeri 😉

E mi dispiace un po’ che i bambini e i ragazzi di oggi non siano più abituati a immergersi completamente in quei “giornalini” come capitava a noi 😞