Grazie alla potenza degli audiolibri, una sera in autostrada ho potuto godermi questo brano eccezionale: l’incontro decisivo fra Kostantin Levin e Kitty in Anna Karenina.
Egli non aveva più visto Kitty da quella serata per lui memorabile in cui aveva incontrato Vronskij, a non voler tener conto dell’attimo in cui l’aveva intraveduta sulla strada maestra. In fondo all’anima sapeva che l’avrebbe vista quel giorno. Ma, per voler tener la mente libera si sforzava di convincersi che non lo sapeva. Adesso invece, nel sentire ch’ella era là, provò, a un tratto, una tale gioia e nello stesso tempo una tale agitazione, che gli si mozzò in gola il respiro e non poté dire quello che voleva.
“Come, come sarà? Così com’era prima, o com’era nella carrozza?
Che succederà se Dar’ja Aleksandrovna ha detto il vero? E perché poi non potrebbe esser vero?” pensava.
— Ah, ti prego, fammi fare la conoscenza di Karenin — rispose a stento e, con passo disperatamente deciso, entrò nel salotto e la vide.
Ella non era più quella di prima, né com’era nella carrozza; era del tutto un’altra.
Era spaurita, timida, confusa, e, per questo, ancora più incantevole. Lo scorse nell’attimo stesso in cui egli entrò nella stanza. Lo aspettava. Si rallegrò e si confuse della sua gioia a un punto tale che vi fu un momento, proprio quando egli si avvicinò alla padrona di casa e la guardò di nuovo, che a lei e a lui e a Dolly, che vedeva tutto, parve ch’ella non avrebbe resistito e che sarebbe scoppiata a piangere. Arrossì, impallidì, arrossì di nuovo e restò sospesa, con le labbra che le tremavano appena, aspettandolo. Egli le si avvicinò, s’inchinò e tese la mano in silenzio. Se non fosse stato il lieve tremito delle labbra e l’umore che le velava gli occhi e ne aumentava lo splendore, il suo sorriso sarebbe stato quasi calmo, quando disse:
— Da quanto tempo non ci vediamo! — e con disperata risolutezza strinse con la sua mano fredda la mano di lui.
In questo brano vengono dette pochissime parole, ma questo secondo me è uno dei dialoghi da amore più belli che ho letto e, forse, di tutta la letteratura.
Il modo in cui questo scrittore di due secoli fa, riesce a rendere il linguaggio non verbale e le emozioni interiori dei due protagonisti, e soprattutto quelle di lei è assolutamente incredibile.